Proseguendo il report della conferenza Taxi & Mobility Update 2017 tenutasi a Bruxelles il 4 e 5 maggio, il messaggio chiaro che viene lanciato da vari relatori è che il taxi del futuro prossimo sarà “Elettrico, connesso, condiviso”.

Elettrico, cioè ad emissioni zero, in quanto gli stati membri e le città hanno ricevuto chiare indicazioni dalla Comunità Europea in merito ai limiti da rispettare nell’emissione di sostanze inquinanti a vantaggio della qualità dell’aria che tutti respiriamo.

Connesso, in quanto il taxi è un anello della catena di trasporto e deve essere connesso con gli altri mezzi di trasporto. Ricordo qui quanto già detto nella prima parte: l’importanza di avere app come MaaS-Mobility as a Service, che interfacciano tutta l’offerta di mobilità.

Condiviso, non soltanto utilizzando per esempio quella che a Milano è la Tariffa Collettiva, ma disponendo di app di prenotazione taxi in condivisione: si prevede di dover andare all’aeroporto e un paio di giorni prima si prenota il servizio condividendolo, grazie all’app, con qualcun altro.

La sicurezza, l’ambiente e la salute sono gli obiettivi principali: realizzando i concetti appena espressi ed estendendoli anche agli altri mezzi di trasporto, si ottiene un minor numero di mezzi che circolano sulle strade, diminuendo il traffico e i tempi necessari per gli spostamenti; la qualità dell’aria migliora, avvantaggiando la salute.

Emerge da studi effettuati, che un’auto privata viene utilizzata per il 5% del tempo; per il rimanente 95% rimane ferma, parcheggiata. Se ci fossero meno auto in circolazione, utilizzando di più e meglio tutti i vari sistemi di trasporto sempre più efficienti, si potrebbe togliere spazio ai parcheggi, riconvertendolo per esempio in parchi e giardini.

Sempre tenendo ben presente che è previsto nei prossimi anni una sempre maggior concentrazione di popolazione nelle città, con sempre maggior necessità di mobilità efficiente.

Degno di nota l’intervento dell’avv. H. Kollar, legale e membro di BZP, il maggior sindacato tedesco che ha fatto causa a Uber anche per il servizio Uber Black. La legge per il trasporto persone PBefG è molto simile nei concetti base alla ns. Legge 21/92: i NCC hanno l’obbligo di rientro in rimessa e non possono prendere le corse su strada. Al momento sono ancora in causa, ma sono fiduciosi nella magistratura perché la politica ha tempi lunghi e non sembra intenzionata ad intervenire a breve nel settore.

Questo sindacato nazionale rappresenta sia i taxi che i noleggi, ma comunque ha fatto causa a Uber per il servizio Black. Sottinteso che Uber Pop è stato bannato nel 2015, sempre su loro causa.

Sono intervenuti anche relatori statunitensi da New York e San Francisco. La situazione e la visione del mercato e del settore in particolare sono molto differenti da quelli europei e molto difficilmente paragonabili. A New York Uber è regolato e lavora rispettando della legge; il valore della licenza taxi (Medallion) si è enormemente svalutato negli ultimi anni. A NY City le TNCs (compagnie come Uber e Lyft) devono inviare settimanalmente i dati di tutte le corse all’ente di controllo della città.

E’ intervenuto il Ministro dei Trasporti di Bruxelles Città Capitale illustrando il nuovo progetto di regolamentazione del settore taxi/NCC. Partendo da una realtà molto diversa dalla nostra, dove la maggior parte degli operatori sono aziende con più licenze e autisti dipendenti, passeranno ad un sistema con una licenza (non cedibile) in capo ad una persona, gestibile poi eventualmente in cooperativa, con un sistema di tariffe libere entro un minimo e un massimo prestabiliti, completamente senza turni e senza limiti territoriali, con un registro delle corse effettuate e rifiutate, senza tassametro ma con un’app sullo smartphone.

In questo sistema Uber potrebbe entrare, ma dovrebbe rispettare le condizioni poste da questa nuova legge.

Pur avendo delle riserve nel merito dei contenuti, il piglio e la volontà di cambiamento nel senso di miglioramento e l’assunzione di responsabilità e l’impegno mostrato da questo politico… mi fa desiderare di avere personaggi simili anche in Italia.

Dopo aver sentito parlare di così diversi metodi di gestione della mobilità, esco con l’impressione che la legge debba essere chiara e realistica, facilmente applicabile e controllabile, rispettosa dei diritti di chi viaggia e degli operatori del settore, rispettosa dell’ambiente e della salute comune.

E che comunque non sia giusto che le multinazionali possano lucrare senza scrupoli sul lavoro delle persone.

Claudia Gariboldi – TAM

Copyrights www.michaelchia.eu 2017

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